Comune di Santa Maria di Sala
Città Metropolitana di Venezia

Elementi Storici

Le tracce dei Paleoveneti e la centuriazione romana:
Il primo insediamento relativo a Santa Maria di Sala potrebbe essere di origine paleoveneta (circa 1000 anni a.C.), essendo presenti sul territorio alcuni siti denominati motte : uno a Stigliano, uno a Veternigo (entrambi in prossimità del fiume Muson) ed uno presso il centro di Caselle de’ Ruffi. I Veneti, per difendere il commercio di ambra dal Mare Baltico al Mare Mediterraneo, costruirono una rete fortificata di castellieri , strutture collegate sempre a grandi tumuli di terra chiamati, appunto, motte .
Il territorio comunale ricade tutto nella zona della centuriazione romana sita a nord – est di Padova, ancora oggi ben conservata nella sua struttura fondamentale. La colonizzazione romana ha impresso al territorio un assetto ben preciso e caratteristico: esso risulta, infatti, squadrato da una serie di strade (i cardines , orientati in direzione nord – sud, e i decumani , orientati in direzione est – ovest) che, intersecandosi ad angolo retto ad intervalli regolari di 20 actus (circa 710 metri), delimitano aree quadrate (chiamate centuria ) di circa 50 ettari.
Le strade presentano in genere la caratteristica alberatura di platani e i decumani sono bordati, a nord, da piccoli canali di scolo. L’interno delle centurie risulta solitamente suddiviso in campi sistemati alla padovana (con baulatuta trasversale) e ben delimitati da fossati bordati prevalentemente da ceppaie di ontani e dalle caratteristiche piantate (filari di viti sorretti da piante arboree, come salici e gelsi).

Dal V al XV secolo:
In epoca romana, il territorio di Santa Maria di Sala fece parte della Gallia Cisalpina orientale e fondamentale per la storia di questo Comune fu la fondazione della città di Aquileia (181 a.C.), che rappresentò il momento dell’ingresso del dominio di Roma sul Veneto. Gli avvenimenti accaduti al territorio di Santa Maria di Sala dopo la caduta dell’Impero Romano furono influenzati in modo particolare da quelli delle città di Padova, Venezia e Treviso fino a che non vi fu l’ingresso sulla scena della Serenissima Repubblica di San Marco , che legò Santa Maria di Sala alla propria storia.

Dal XVI secolo ai giorni nostri:
Con la Rivoluzione Francese viene inferto un colpo mortale ai privilegi feudali. I principi ispiratori della rivoluzione vengono diffusi in Europa dalle armate francesi capeggiate da Napoleone Bonaparte : a lui venne affidata la Campagna d’Italia contro gli eserciti piemontese ed austriaco, grazie alla quale invase il Veneto, anche contro la neutralità dichiarata dalla Repubblica di Venezia. Nel 1797, grazie al Trattato di Campoformido , si conclude la storia della Repubblica di Venezia, i cui territori vengono assegnati all’Austria. Il territorio di Santa Maria di Sala, come quello del Veneto tutto, viene sottoposto a successive occupazioni da parte degli austriaci e dei francesi fino a quando, dopo la sconfitta di Napoleone e la Pace di Vienna (1815), il Veneto viene assegnato all’Austria che lo ingloba nell’asburgico Regno Lombardo – Veneto . Nel 1866, alla fine della Terza Guerra di Indipendenza , i salesi, come tutti i veneti, chiedono in plebiscito l’adesione al Regno d’Italia di Vittorio Emanuele II.

Le frazioni:

Santa Maria di Sala:
La denominazione compare per la prima volta in un documento del 994. Il toponimo sala è di origine longobarda ed indicherebbe la parte della proprietà terriera condotta in economia diretta dal signore. Tra il 1024 ed il 1039 l’Imperatore Corrado II di Franconia donò Santa Maria di Sala come feudo al conte Corrado di Colbertaldo, che lo aveva seguito dalla Germania. Il conte costruì a Sala un castello, demolito verso la metà del XIV secolo da Paganino Sala per essere sostituito da un palazzo in stile gotico. Il possesso di Sala passò, quindi, ai Contarini (sec. XV – XVI), ai Fonseca e Cortizos (sec. sec. XVII) e ai Farsetti (sec. XVIII). E’ celebre la Villa Farsetti , fatta costruire dal colto abate Filippo Farsetti sul luogo del precedente palazzo dei Sala. L’abate Farsetti chiamò da Roma l’architetto Paolo Posi che progetto il maestoso palazzo in stile rococò, ornandolo con trentotto colonne provenienti dal Tempio della Concordia di Roma. L’abate fece, inoltre, costruire un meraviglioso giardino, un orto botanico di considerevole estensione ed interesse, cedraie, serre, boschetti ed un labirinto. Su una collinetta, formata dal materiale di scavo di un laghetto ovale, innalzò un tempietto che raffigurava le terme romane. Fece costruire, poi, un ampio terrapieno (anch’esso ovale) che circondò con un filare di tassi sagomati ad arco a richiamare un anfiteatro romano. Nelle vicinanze riprodusse i resti dei templi di Diana e di Giove Tonante. Di tutta questa opera, rimangono oggi il palazzo centrale, la foresteria, due serre di agrumi e la scuderia.

Caltana:
Il centro di Caltana è all’incrocio di un cardo con un decumano. Caltana compare per la prima volta nel testamento del doge Giustiniano Partecipazio (829) e si vuole che tragga il proprio nome dalla romana gens Calptana : ma è probabile che il nome abbia origini diverse. Nel XII secolo il Convento di San Cipriano di Torcello vi possedeva molti beni ed un importante monastero sorgeva nella località di San Giovanni di Lusor .

Veternigo:
Veternigo sembra derivare il nome dal latino vetrinius (luogo per gli animali da lavoro) o da Vetrinus (nome del legionario che deteneva il luogo): si conosce poco della sua storia, anche se sono numerosi i ritrovamenti archeologici sul suo territorio. Si ha notizia dell’esistenza di una antica Cappella in Veternigo fin dal 1300.

Caselle de’ Ruffi:
Caselle compare nei documenti fin dall’840 e deriva il proprio nome dalla presenza sul territorio dei riquadri della centuriazione romana (le caselle , appunto) e dal cognome dei Rufus , famiglia romana sopravissuta alla conquista padovana fino all’epoca del tiranno Ezzelino III da Romano, che la decimò. Presso l’incrocio della via Noalese con via Caltana sorge il noto oratorio della Madonna Mora , edificato nel 1839 e denominato così dal colore della piccola statua in legno che, al suo interno, rappresentava la Madonna di Loreto. Per facilitare il traffico sulla statale Noalese, nel 1986 l’oratorio è stato spostato dal sito originario sul ciglio della strada in una posizione più interna.

Sant’Angelo:
Il nome del paese sarebbe di derivazione longobarda. Sant’Angelo compare per la prima volta nei documenti nel 1127, quando viene ricordata l’edificazione della prima chiesa.

Stigliano:
Il nome sembra derivare dal latino septilianus e la località e citata per la prima volta in un documento del 1152, anno in cui Stigliano era un feudo, dotato di un castello e di ricchi poderi, appartenente al vescovo di Treviso. Successivamente (1158) il Vescovo di Treviso investì dei diritti feudali su Stigliano la famiglia dei Tempesta da Noale e nel 1120 Guido Tempesta cedette il feudo ad Aldovrandino da Superno, dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici. Il castello fu teatro di numerosi fatti d’arme che, durante il medioevo, videro protagonisti i padovani, i trevigiani ed i veneziani in lotta fra loro per la conquista di questa posizione strategica. Fra gli altri fatti, si ricorda la sigla della pace fra padovani e trevigiani dopo la guerra contro il tiranno Ezzelino (3 agosto 1224). Qui, nel 1373, i veneziani sconfissero Francesco da Carrara il Vecchio, che non aveva voluto smantellare il castello. Nel 1388 i milanesi, alleati dei veneziani e comandati da Giovanni Dal Verme, cercarono inutilmente di espugnare il castello difeso da Giacomo di Scaltenigo. Il castello è legato anche al nome di illustri ospiti: nel 1555 vi sostò la Regina di Polonia, Bona Sforza, diretta ai bagni di Abano; verso la fine del XVII secolo vi soggiornò la Duchessa di Mantova.

Notizie tratte da:

  • "Quatro Ciacoe", anno XVII, n° 12 - dicembre 1999.
  • "Il Veneto paese per paese - Le Regioni del Nord Est"
  • Bonechi Ed., 1999.
  • C. B. Tiozzo, "Le Chiese nella centuriazione romana del Comune di Santa Maria di Sala" - Inedito.
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