Comune di Santa Maria di Sala
Città Metropolitana di Venezia

Resoconto dell'incontro del 26 ottobre 2020 Francesca Melandri Eva dorme

Il gruppo di lettura ha conversato online il 28 ottobre 2020 sul libro di Francesca Melandri “Eva dorme”. Il libro è piaciuto molto al gruppo sia per lo stile narrativo sia per l’argomento trattato ovvero la storia recente del Sudtirolo dopo l’annessione all’Italia. La storia, ossia, di una minoranza che ha sofferto a causa dell’imposizione di una lingua, l’italiano, non loro e delle violenze subite durante il fascismo e nel dopoguerra. Altre tematiche affrontate nel libro sono l’omosessualità, il terrorismo, le sofferenze amorose, il rapporto madre e figlia. Interessante il tema del viaggio verso il sud Italia dove si scoprono le diverse regioni con caratteristiche e paesaggi differenti come tanti tasselli che formano un unico puzzle variopinto. Interessante per molti la descrizione di Silvius Magnago, politico italiano esponente della Südtiroler Volkspartei di cui è stato leader dal 1957 al 1991 e dello statista Aldo Moro. L’annessione del Sudtirolo all’Italia rappresenta la perdita della Patria (Heimat) che influisce in maniera diversa sulle tre generazioni che si susseguono nel romanzo. Libri che avevano parlato di argomenti simili “Eredità” di Lilli Gruber, “Io resto qui” di Balzano. Interessante anche il personaggio di Gerda che subisce per due volte l’abbandono dell’uomo amato. Solo alla fine anche “Gerda dorme” trova la pace. Interessante le frasi di p. 341 che riassumono la conciliazione finale di madre e figlia con le sofferenze patite : “E ora sto abbracciando mia mamma perché nulla e nessuno ci può risarcire di ciò che abbiamo perduto, neppure coloro che sono colpevoli di quelle perdite, né di quelli che direttamente o meno ne sono stati l’origine o la causa, e alla fine, quando tutti i calcoli sono stati fatti e abbiamo chiaro chi ha tolto cosa e a chi e perché, e i crediti e i debiti e tutta la partita doppia delle colpe e dei risentimenti è ordinata e precisa, l’unica cosa che conta è questo: che ci possiamo ancora abbracciare, senza sprecare più nemmeno per un istante la straordinaria fortuna di essere ancora vivi”.
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